Scrittura e abbigliamento: quando il copywriting diventa fashion

Chi mi conosce un pochino sa che ho un debole per la moda. C’è chi si perde su Etsy alla ricerca di oggetti handmade di bravissime artigiane, chi guarda tutorial su tutorial dedicati al make-up e poi ci sono io, che passo il tempo su siti di abbigliamento per dare una sbirciatina alle nuove collezioni e cercare il capo mancante nel mio guardaroba (sì, ho sempre troppi pochi vestiti).

Tra una gonna a palloncino a righe e un coatigan color melanzana, ho fatto alcune considerazioni su come dovrebbero scrivere i brand che hanno a che fare con l’abbigliamento. Eccole qui.

Descrizione del prodotto: prima le emozioni e poi i dettagli tecnici

Una delle cose che mi fa più arrabbiare degli e-commerce di moda, e degli e-commerce in generale, è la pessima descrizione dei capi in vendita. Tre righe striminzite di testo, con frasi del tipo: “t-shirt blu, manica ad aletta, 100% cotone”, copiate dall’e-shop concorrente.

Le persone vogliono di più. Cercano un legame emotivo col prodotto (e col marchio che c’è dietro). Hanno bisogno di leggere i vantaggi che avranno nell’acquistare quel capo; di sapere ad esempio che con quel vestito a pois faranno un figurone alla riunione con i colleghi. O che quei deliziosi jeans boyfriend, con qualche strappo qui e là, nascondono meglio i chili di troppo. E che quella blusa in pizzo color madreperla è raffinata e sensuale a seconda della situazione in cui viene indossata.

Nel mio mondo ideale, fatto di sogni e cose belle, vorrei che tutti gli e-commerce di abbigliamento facessero delle descrizioni come quelle di ModCloth.

Modcloth

Lasciamo perdere il fatto che il sito è molto bello e curato, trascuriamo per un attimo la scelta strategica di usare delle modelle con un fisico più vicino a quello delle ragazze comuni, e concentriamoci sulla scheda prodotto. Le informazioni ci sono tutte, sono presentate in modo gradevole secondo uno schema preciso da copiare subito. Analizziamolo meglio:

  • Contenuto emotivo. La prima parte di testo è fatta da una descrizione concisa del capo (perché oh, non è che serve un trattato per convincere qualcuno a comprare), raccontato attraverso la narrazione. You feel like, excitement, chic choice, sono tutti vocaboli che hanno poco a che vedere con la moda e che pongono invece l’accento su sensazioni e suggestioni.
  • Contenuto tecnico. Seguono i dettagli tecnici: composizione del tessuto, vestibilità, lavaggio e così via. Modcloth presenta questi contenuti in modo ordinato, in un pratico elenco puntato.
  • Misure del prodotto. Per chi non riesce a farsi un’idea sulla taglia e ha dei dubbi su quale comprare, ecco una comoda tabella che, in questo caso, riporta la lunghezza del vestito in base alla misura. Così, io che compro, saprò con esattezza quanti centimetri delle mie gambe metterò in mostra J.
  • Call to action secondaria. Sei una frana nell’abbinare i capi? Vorresti avere un’esperta tutta per te che ti aiuti a dare risalto al tuo fisico? No worries, ci pensa Modcloth, che ti mette a disposizione GRATIS una consulente d’immagine. Un piccolo servizio extra per incentivare all’acquisto e fidelizzare i clienti.

Che dire, per me voto 10.

Cura la comunicazione anche nel post-vendita

Ce l’hai fatta! Ci sono persone che hanno comprato i tuoi capi e non vedono l’ora di riceverli a casa. Fai sentire la tua presenza anche dopo l’acquisto come fa Asos, che ti manda un’e-mail di aggiornamento quando l’ordine è stato spedito:

Immagine

Le idee scarseggiano? Usa queste parole

Sei alle prese con dei contenuti fashion e ti mancano le parole? Ecco un piccolo vocabolario “alla moda” da tenere a portata di mano in caso di emergenza:

  • bellezza senza tempo
  • stili
  • tendenze
  • chic (e le sue declinazioni tipo country chic, sporty chic, eco-chic…)
  • classico
  • ritorno di qualcosa (ritorno delle linee vintage, ritorno dei tagli maschili…)
  • fresco
  • eclettico
  • elegante
  • perfetto ad ogni età
  • cura di shopping
  • femme fatale
  • nuova collezione
  • piccante
  • icona (icona di stile, icona glamour)
  • influenza
  • ispirazione
  • pezzi chiave
  • fatto a mano
  • militare
  • capo minimal
  • mix & match
  • cargo
  • slim fit
  • retro
  • rockabilly
  • animalier
  • shopaholic
  • shopping compulsivo
  • alla moda
  • la nuova Audrey Hepburn (o chi per essa)
  • look metropolitano

Controlla che la tua scrittura risponda alla regola delle 4C

Come si fa a capire se quello che abbiamo scritto funziona? Ecco alcuni criteri di valutazione da tener presente prima di pubblicare. Un contenuto che funziona è:

  1. Chiaro. Quello che hai scritto è comprensibile? Lo capisce anche chi non è del mestiere?
  2. Curioso. Con le tue parole sei riuscito a stuzzicare l’attenzione del tuo pubblico?
  3. Conciso. Sei riuscito ad arrivare al punto con poche parole o hai sbrodolato?
  4. Completo. Nella tua comunicazione c’è tutto o manca qualcosa?

Mi auguro che questi suggerimenti di copywriting siano utili per il tuo sito di moda. A te vengono in mente altri consigli interessanti da condividere? Scrivili nei commenti.

By Silvia Sola

Per approfondire:

  • Un PDF gratuito di Giancluca Diegoli, con un caso di strategia digitale per le fashion PMI;
  • La bustina di Minerva, per migliorare il proprio modo di scrivere seguendo i consigli di Eco. A proposito, grazie Umberto;
  • Un mio post con la classifica delle parole che convertono di più sul web

Silvia Sola

Da piccola ero indecisa se fare la maestra o la benzinaia e invece mi occupo di contenuti per i piccoli business. Sono laureata in Scienze della Comunicazione e ho iniziato a lavorare in rete quasi per caso, ricoprendo vari ruoli fino a specializzarmi nella scrittura per il web, da sempre una mia passione. Amo i dolci, compro (troppi) vestiti e non potrei immaginare il mondo senza i muffin, le bluse, il blu Cina e New York.

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2 commenti su “Scrittura e abbigliamento: quando il copywriting diventa fashion”

  1. Ciao Silvia,

    Bel articolo! Anche io guardo spesso i siti di e-commerce di abbigliamento, spesso per lavoro, e un’altra informazione che trovo utile è se il capo è “true to size” o se sarebbe meglio prendere una tg più grande o piccola, siccome una taglia di un marchio non sempre veste come la stessa taglia di un altro. Le misure del capo possono sicuramente essere utili, e soprattutto quando si parla delle lunghezze, ma più difficile per capire la vestibilità in circonferenza poiché dipende dal tessuto, la linea, e così via.
    Poi, per me importantissimo, informazione chiara su come fare per restituire un articolo. Che sia facile, veloce e gratuito 🙂

    Grazie e buona giornata!

    Åsa

    • Ciao Åsa,
      grazie per il tuo messaggio! Hai ragione, sapere se un capo veste piccolo o grande rispetto alla solita taglia è un’altra informazione utilissima. Purtroppo il settore dell’abbigliamento è uno di quelli in cui vengono fatti più resi: il capo non era come descritto, le misure approssimative, non ci si sente a proprio agio una volta indossato.
      Insomma, più informazioni chiare ci sono e meglio è (anche come fare il reso senza impazzire).

      A presto 🙂
      Silvia

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