The BRAVE: Sara, forza e passione per dare forma ai propri sogni.

Questo mese vi presento Sara Togni, progettista d’interni e creativa poliedrica e multipotenziale. La sua è una storia di passione al 100%: passione per la conoscenza, che l’ha portata a studiare settori che spaziano dalla moda, alla progettazione, passando per l’arte, passione per la creatività a 360 gradi che l’ha portata ad esprimersi in diversi settori professionali.
E’ anche una storia che parla della riscoperta di se stessi nella quale la frenesia della rincorsa di un sogno, ad un certo punto si ferma davanti ad uno specchio e trova la giusta direzione.

Chi Sei? Raccontati in 100 parole
Chi sono me lo sono chiesto più e più volte. Chi sono veramente me lo sto chiedendo da anni, da quando, a 18 anni, mi barcamenavo tra scuola, progetti e mille lavori extra. Non c’era tempo per pensare, non avevo tempo di fermarmi, dovevo agire! Ma ogni tanto questa domanda girava e rigirava nella mia testa: chi sono? Starò seguendo la mia strada? Starò facendo i passi giusti? Probabilmente non mi sono mai fermata a pensare seriamente alla risposta, e probabilmente sono andata avanti per anni su una strada che rispondeva solo in parte a questa a domanda.

Qual è la tua storia?
Mi chiamo Sara e sono sempre stata una bambina vivace.  Da piccola sognavo di fare la stilista: così fin dalle elementari, il sabato mattina andavo in fabbrica dove lavorava mio padre, a curiosare per scoprire il mondo del tessile biellese. Mio padre era contento che tutto ciò mi appassionasse e mi portava a vedere i lavori nell’ufficio moda, i processi di lavorazione in fabbrica, mi mostrava i nuovi tipi di filato, i campionari; insomma io adoravo il sabato perché era il giorno della settimana in cui mi avvicinavo sempre di più alla conoscenza di questo fantastico mondo.

Dopo le medie mi sono iscritta all’ITIS, indirizzo perito tessile specializzazione area moda e poi ho frequentato la scuola ISGMD l’Istituto Superiore di Moda Grafica e Design a Lecco, sul lago di Como.

Però man mano che proseguivo negli studi, più capivo che la mia passione era maggiormente legata al mondo dell’arte, alla creatività in generale, agli allestimenti, alle scenografie all’assemblare, più che al vero e proprio lavoro da stilista.
E così ho deciso che avevo sete di imparare e volevo conoscere tutto quello che potevo in materia di arte, design, architettura, grafica: mi sono iscritta al Politecnico di Torino, al corso di disegno industriale e ho capito subito quale era la mia strada!
La storia del design, la storia dell’architettura, i materiali, le lavorazioni, erano argomenti che mi appassionavano più di qualunque altra cosa! Finalmente avevo capito chi ero, volevo essere una designer senza ombra di dubbio. Volevo abbracciare l’idea di un progetto e seguirne tutte le fasi, toccare diversi ambiti di lavoro, mettere in campo tutte le mie conoscenze che ormai spaziavano tra moda, tessile, arte, architettura, grafica, design.

Gli anni dell’università sono stati i più belli e mi sono dedicata anima e corpo al raggiungimento dei miei obiettivi formativi. Nel frattempo, non contenta, durante l’ultimo anno, ho frequentato in parallelo un corso post laurea, rivolto al tema dello sviluppo glocale, Esperto di sviluppo glocale – Creatività, Ecomoda e Impresa sostenibile. Conoscere la storia del territorio biellese, parlare di progetti volti a creare condivisione e una rete di lavoro, mi ha fatto capire quanto fosse importante lavorare su questo.

Per anni ho seguito l’idea che il valore di una persona fosse dato dalla mole di lavoro che era in grado di portare avanti: probabilmente me l’hanno insegnato i miei genitori, forse è la conseguenza di una serie di eventi e di modi di pensare, fatto sta che per tutti gli anni delle scuole ho sempre portato avanti studio e lavoro. Posso dire di aver fatto davvero di tutto, dalla barista, al lavoro in fabbrica in campioneria, alla pizzaiola (mia grande passione!). Una gran fatica, davvero, ma tutto ciò mi aiutava a pensare che così facendo avrei raggiunto i miei obiettivi subito, con le mie gambe, e con orgoglio. Avrei acquisito valore e avrei messo le basi per un futuro migliore, solido, dedicato alla ricerca di ciò che più volevo, la felicità.

Durante la stesura della tesi seguo uno stage lavorativo presso Remida, un’associazione che si occupa del recupero degli scarti provenienti dalle attività del territorio, e con questi organizza corsi creativi, li mette a disposizione di adulti e bambini che hanno voglia di sperimentare, inventare, creare.
Decido così di mettere in piedi un progetto che mi girava nella testa da tempo, realizzo una serie di accessori artigianali e una collezione di abiti, attraverso il recupero degli scarti tessili biellesi: organizzo anche una serie di corsi creativi dove insegno a realizzare accessori, complementi, attraverso diverse tecniche di lavorazione dei materiali. Questo mi ha permesso di mettere in pratica tutto ciò che avevo bisogno di sfogare in termini di creatività.

Da qui inizia la mia vera avventura nel mondo dell’arredo: un’azienda di Torino in cerca di una creativa mi seleziona per costruire un marchio per una catena di negozi di complementi d’arredo e tutto ciò che ne consegue. Parto per un’avventura infinita: improvvisamente mi trovo catapultata in un mondo che non vede fine, non vede tempo, non vede valore. Certo un mondo in grado di darti tanto, in termini di conoscenza, di esperienza, di professionalità, ma nulla in termini di umanità.
Pian piano vedo crescere sotto le mie mani un progetto che cresce sempre di più, una catena di negozi di complementi d’arredo che porta il marchio che io ho studiato, che vende i prodotti che ho scelto, che espone secondo le mie linee guida. In quei mesi però la mia vita era esclusivamente dettata dalle tempistiche degli ordini, degli arrivi, dei saldi e delle promozioni, degli inventari, delle fiere, delle esposizioni, della formazione alle commesse, dalla contabilità e dai ritmi di vendita.
Poi, dopo circa un anno, l’azienda decide di intraprendere la strada della progettazione d’interni e della ristrutturazione chiavi in mano e qui inizia il mio sogno e, forse, anche il mio incubo.
Mi occupo di progettazioni e ristrutturazioni fantastiche, apprendo e conosco più di quanto avessi mai immaginato. Uffici, case, negozi…la progettazione e la ristrutturazione erano come una droga per me, adrenalina pura che scorreva nelle mie vene. Qui capisco che sono nata per fare questo, che più di ogni altra cosa voglio conoscere il cliente, capirne le esigenze, entrare nella sua testa, vivere le sue emozioni, i suoi pensieri ed elaborare un progetto che lo faccia restare a bocca aperta. Un progetto che calzi a pennello, un progetto che rispetti le sue idee, che lo aiuti a rendere più confortevole il suo spazio, funzionale ed esteticamente perfetto.

Ecco che spunta la parola maledetta, perfezione! Dovendo gestire negozi e cantieri tutto doveva essere perfetto, tutto organizzato, dovevo riuscire a gestire più cose contemporaneamente! Dovevo essere in grado di non dimenticare nulla di non perdere nulla altrimenti erano danni. Altrimenti il cantiere era fermo, altrimenti il negozio era sguarnito, altrimenti, altrimenti…

Corro, corro e impazzisco.

Decido così di concentrarmi solo sui cantieri, ritenuti più remunerativi.

Perché questo è il fatto: ero diventata una macchina per fare soldi, le mie idee che diventavano denaro e non c’era più nulla intorno a me che avesse un altro valore.
Così ho iniziato a stare male.

Subito non volevo ammettertelo e mi dicevo: “Sara devi farcela, non puoi permetterti di sentirti male, di sentirti stanca, di rallentare, non lamentarti, tieni duro e vai avanti.”

Ma più mi guardavo allo specchio più vedevo una ragazza perfetta, con un’acconciatura e una manicure all’ultimo grido, che vive in una casa perfetta, ordinata, iper organizzata, ma vuota, completamente svuotata di tutto: di gioia, di felicità, di emozioni vere e pure.
Mi sono ritrovata un mattino a piangere disperata davanti allo specchio perché non ricordavo più il giorno in cui il mio cuore si era riempito di felicità vera.

In quel momento ho deciso di ritornare ad essere la vera Sara: una persona vera, semplice, entusiasta, solare, divertente, una ragazza con il cuore pieno di gioia, di speranza, una persona che ama il calore della felicità, che è stare sul divano a guardare un bel film, fare una bella passeggiata nei nostri monti, trascorrere una serata con gli amici autentici.

Il valore della vita l’ho ritrovato proprio in queste piccole cose e con loro ho trovato la mia strada.
Oggi sono Sara, 31 anni, fidanzata con Christian, l’amore della sua vita, mamma di due micine che amo alla follia, vivo in una casa che mi racconta anche nel suo più piccolo angolo, dove mi piace riunire tutta la mia famiglia, in particolare il mio nipotino che adoro.
Anche il mio lavoro è cambiato: da due anni ho lasciato quel mondo di frenesia e falsi valori e sono tornata a Biella per portare avanti la mia passione lavorativa in modo più sano.
Oggi lavoro per conto mio e aiuto le persone a creare il loro piccolo rifugio: le aiuto a capire cosa vogliono, come possono ottenerlo e come gestire il tutto. Giorno dopo giorno raccolgo grandi soddisfazioni, obiettivi raggiunti, clienti soddisfatti. Posso dire di essere davvero felice del mio lavoro, e se volete saperne di più potete fare un salto a trovarmi, ho allestito un piccolo salotto dove poter parlare tranquillamente.
In questa nuova realtà lavorativa ho conosciuto la Rete al Femminile di Biella e le splendide ragazze che vi aderiscono: per me la Rete è un luogo di incontro, un luogo nel quale potersi sentire se stesse, proprio come a casa, un luogo dove potersi confrontare, dove poter coltivare i propri sogni in modo concreto e reale. Perciò lo consiglio a tutte le ragazze che lavorano in proprio!
Infine la gratitudine: se oggi sono qui è grazie a tutte le persone che ho conosciuto e che con i loro complimenti, gli incoraggiamenti e i suggerimenti mi hanno fatto crescere. Sono qui anche grazie a tutte tutte le porte chiuse che mi sono state sbattute in faccia, a tutti gli sgarri, a tutte le parole cattive che ho dovuto subire.
Ma soprattutto sono grata a me stessa, perché ho avuto il coraggio di ascoltarmi e seguire ciò che realmente sentivo nel mio cuore.

Cosa significa per te essere THE BRAVE
Essere coraggiosi per me significa essere in grado di sognare e di impegnarsi per trasformarli giorno dopo giorno nella nostra realtà.
Io non ho mai smesso di farlo e non mi sento mai arrivata: continuo con costanza ad alimentare i miei sogni che stanno tracciando anche il mio futuro.
Non permettete mai a nessuno di portarvi via i vostri sogni!

By Roberta Defassi

Link e contatti:
Sito web: http://www.arredaconsara.com
E-mail: info@arredaconsara.com
Facebook: @arredaconsara
Cellulare: +39 3401088020

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