LinkedIn: tu ci sei?

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Prima di proporre questo post, ho pensato al mio primo articolo qui sul blog della Rete al Femminile. Parlava di personal branding. Ho messo sul fuoco tante cose, perché (e non mi stancherò mai di dirlo) ha un’importanza cruciale avere una presenza online riconoscibile. Questo vale soprattutto per noi, che abbiamo scelto di essere freelance (e non semplicemente fare il freelance).

Enrica Crivello dice che “è una condizione più che una job description”. E non potrei essere più d’accordo. E se siamo freelance (consulenti, imprenditrici, artigiane: insomma avete capito) siamo noi a dover prendere in mano la nostra reputazione.

Dicevo: nel mio primo articolo ho scritto di personal branding e ho spiegato che è il motivo per cui gli altri (i clienti o i collaboratori) si affideranno a me e non a qualcun altro, che fa il mio stesso lavoro. È quell’insieme di valori che mi distingue da tutti gli altri e che mi viene riconosciuto. Che non è “vieni da me perché sono il migliore (leader) del settore”.

È qualcosa che ha a che fare con quello che gli altri pensano.

Suona un po’ come “cosa si dice in giro di te?

E ora arrivo al punto.

Hai un profilo su Facebook, e magari pure una fan page, un sito web e un profilo instagram. E LinkedIn?

Insomma, tutta questa lunga introduzione per chiedermi se ho un profilo su LinkedIn? Sì, esatto. La premessa mi è servita per dirti che la presenza online non si esaurisce con Facebook, sito web, blog.

“Non essere su LinkedIn – e con un profilo professionale curato – è decisamente uno svantaggio perché non stiamo cogliendo le opportunità sommerse che solo la rete potrebbe rivelare.”

LinkedIn per aziende e professionisti, di A. Napolitano, F. Parviero

LinkedIn è lo spazio dove valorizzarci professionalmente. È quel luogo dove raccontare non solo il nostro percorso professionale (il curriculum vitae, per intenderci), ma è un luogo che permette di creare relazioni con le persone che hanno i nostri stessi interessi e per essere trovato (anche) da aziende o altri professionisti.

Avere un profilo curato
Quando ho conosciuto LinkedIn, mi sono iscritta subito e ho tentato (per prove ed errori) di creare un profilo che fosse utile per chi sarebbe venuto a cercarmi. La mia presenza online non si esaurisce con quello che dico e faccio in giro per la rete. Quello che voglio è, prima di tutto, essere riconoscibile e, subito dopo, avere una reputazione: non solo personale, ma anche professionale. Soprattutto per il fatto che mi guadagno da vivere vendendo la mia competenza. Ecco perché ho curato il mio profilo LinkedIn già quando ero dipendente. Allora non consideravo l’ipotesi di aprire partita IVA, ma una cosa la sapevo: volevo essere riconoscibile, raccontando quello che stavo facendo.

Cosa fare per aprire un profilo LinkedIn
Francesca Parviero, autrice del libro LinkedIn per aziende e professionisti con Antonella Napolitano, dice che bastano pochissimi passi per avere un profilo LinkedIn di successo.
Dopo essermi iscritta, ho cercato un’immagine che mi rappresentasse, ho scritto un job title che fosse chiaro, ho inserito il mio percorso di studi, i corsi frequentati, l’esperienza lavorativa. Sono partita da questi dati. E li ho aggiornati ogni volta che qualcosa cambiava, ogni volta che frequentavo un corso.

Insomma, per ogni cosa che ha influito sul mio percorso di crescita, personale e professionale, ho dedicato del tempo per raccontarlo (anche e soprattutto) su LinkedIn.

Personalmente, ho scelto la stessa foto profilo per ogni social media: di nuovo, voglio essere riconoscibile.

Francesca scrive, in un altro articolo, quanto sia importante prendere in mano la nostra identità online perché sappia raccontarci. Portare avanti il nostro personal brand in maniera chiara e coerente ci aiuta a differenziarci, a essere riconoscibili e, soprattutto, credibili.

Il quadro d’insieme è il nostro curriculum dinamico online, che viene consultato da chi sta cercando una persona con le nostre caratteristiche, da chi ci deve incontrare, da chi cerca online informazioni su di noi. È importante saper leggere bene questo insieme di informazioni, e riuscire a metterci le mani per governare la riuscita finale e fare in modo che ci assomigli davvero.” (fonte)

Il Riepilogo.
È uno spazio dedicato a raccontare, in maniera un po’ più discorsiva, il tuo percorso. È stata la parte più difficile da scrivere: volevo che raccontasse di me, di quello che so fare, senza essere lontana dal mio tono di voce e dal mio personal brand.
Usalo per dire chi sei, cosa sai fare e il perché fai quello che fai. Scrivilo mettendoti nei panni di chi potrebbe leggerti, e raccontati in maniera chiara e professionale.

LinkedIn è uno spazio.

Se LinkedIn è un social network, ecco allora che diventa un luogo. Oltre a creare il tuo percorso professionale dinamico, LinkedIn ti dà la possibilità di far crescere la tua rete. E di farne parte.

Iscriviti nei gruppi più vicini a chi sei e più vicini ai tuoi interessi e inizia a collaborare.

I gruppi
Su LinkedIn ci sono molti gruppi attivi su diversi interessi. E tu puoi scegliere di farne parte, diventando utile alle persone e mettendole in contatto, partecipando alle discussioni, dando suggerimenti.

Pulse
È il personal blog di LinkedIn. Fornisce strumenti e notizie di professionisti che decidono di parlare di un particolare argomento. E c’è di più: oltre a leggere contenuti interessanti, puoi tu stesso condividere i tuoi articoli. Inoltre Pulse diventa anche un distributore di contenuti, perché ogni volta che pubblicherai un post, i tuoi collegamenti riceveranno una notifica.

Sono molto affascinata dal mondo di LinkedIn. È per questo motivo che ho letto il libro che ti ho citato poco fa. Se non sai da che parte iniziare e vuoi iniziare bene, ti consiglio di leggerlo!

Se vuoi chiedermi qualcosa o vuoi approfondire scrivilo nei commenti!

Grazie.

A presto,
Tatiana

Per approfondire
LinkedIn per aziende e professionisti, di A. Napolitano, F. Parviero
(ebook e cartaceo)

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