Biella

La revisione dei contenuti: i testi

Quando lavoravo con la carta, il refuso era sempre in agguato. Controllavo mille volte, ma succedeva che, una volta arrivata la stampa fresca di tipografia, trovavo il maledetto refuso scampato alla revisione. Non sempre, ma capitava.

Quante volte ti è successo di far leggere il tuo testo a un’altra persona e di averlo ricevuto con correzioni? Eppure lo avevi riletto e sembrava perfetto.
Il fatto è che a un certo punto i refusi non li vedi più.

Se con la carta stampata devi rassegnarti o mandare in ristampa, con il digitale puoi correggere il tuo testo tutte le volte che vuoi, anche se lo hai già pubblicato. Però è meglio fare un lavoro di revisione fin da subito ed evitare che siano i tuoi lettori a segnalarti errori.

Un refuso può succedere e, a mio parere, non è grave. Una frase sgrammaticata, priva di una buona sintassi e di un significato e magari zeppa di errori, invece lo è.

Scrivere ‘secnodo’ invece di secondo è un refuso.
La maggior parte delle persone sono’ invece di La maggior parte delle persone è, scrivere ‘qual è’ o ‘un altro’ con l’apostrofo sono errori.

Un refuso può essere un errore di battitura: insomma, possiamo decretare la quasi non colpevolezza dell’autore. Lo perdoniamo con un «gli sarà scappato». Ma se di mezzo c’è la grammatica, la sintassi e il senso allora inizia una condanna.

Che siano i testi di un sito web, l’articolo di un blog, una Newsletter, una mail o un post sui social devi fare attenzione a ciò che scrivi e a come. Non sottovalutare mai la revisione, perché sono proprio i contenuti testuali ad avere l’ultima parola e a convincere le persone della tua credibilità.

Revisione dei testi: correzione, editing e riscrittura

Cosa fare per non lasciare refusi ed errori in giro?
Oggi voglio raccontarti il mio approccio e la tecnica che uso nel mio lavoro per la correzione e per l’editing. Non è la «mia» tecnica, ma un metodo comune a molti colleghi che si occupano di scrittura come me.

Per fare revisione ci sono due livelli di controllo, simili ma non uguali, più un terzo:

  • la correzione,
  • l’editing,
  • la riscrittura.

 La correzione

La correzione serve per trovare diversi tipi di errori: refusi (per esempio, di battitura), errori grammaticali (tempi verbali, per esempio) e di sintassi (l’accordo tra le diverse parti di un periodo). Se usi un programma di scrittura come Word, documenti di Google Drive o Pages sai che gli errori possono essere evidenziati ed è facile scovarli. Ma non sempre ti segnalano una forma verbale sbagliata o un nome proprio scritto male o un soggetto che non si accorda al predicato verbale.

L’editing

L’editing invece ha a che fare con la sistemazione di quel testo, intervenendo per migliorarlo: tagliando parti, stravolgendole, spostandole e anche modificando interi periodi per fare in modo che quel testo funzioni meglio, per renderlo più piacevole e leggibile e per dargli più forza.

La riscrittura

In questo caso, il lavoro di revisione è più completo e potrebbe anche (e di solito è così) arrivare a stravolgere il testo di partenza che è considerato come una traccia da cui creare un nuovo elaborato.

Partire dal testo: prima cosa, scrivi

Prima di arrivare alla revisione del tuo testo devi averlo scritto. Per scrivere un buon testo, il mio consiglio è di partire da un «buttar fuori le idee» su un foglio o direttamente sul tuo computer. Non importa se fai errori: in questa fase ti serve mettere nero su bianco tutto quello che vorresti dire intorno a quell’argomento.

L’ho fatto anche io con questo articolo. Tu lo stai leggendo con un filo logico, le frasi sono collegate l’una all’altra. C’è una sequenza e una narrazione. Solo dopo aver buttato fuori le idee sono passata alla sua costruzione. Se mi vedessi scrivere nel momento del «butto fuori» vedresti cinque dita che battono sulla tastiera e uno sguardo attento e fisso al monitor.

Dopo questa fase, passo alla «messa in ordine» e inizio a costruire. Metto un pezzo dietro l’altro, cambio le frasi, le giro e le sposto. Se vedo qualche refuso lo sistemo e controllo la punteggiatura, ma con un livello di attenzione meno alto perché la vera revisione verrà solo dopo aver finito.

Poniamo che abbia scritto il mio articolo ieri pomeriggio e oggi lo riprenda per capire se funziona tutto e se i refusi sono spariti.

Vediamo insieme come fare una buona revisione dei tuoi testi.

Gli errori di un testo: come trovare i refusi

Prima di pubblicare, rileggi una prima volta, poi un’altra e un’altra ancora e ancora. Devi farlo molte volte.

La rilettura semplice

Quando l’articolo è pronto lo lascio riposare per un po’. Se ho tempo, ci ritorno il giorno dopo. Se invece la consegna è imminente, lo riprendo in mano dopo qualche ora trascorsa a fare altro. Devo dimenticare quello che ho scritto per accorgermi degli errori. Il cervello è bravissimo a saltare in automatico i refusi, dando comunque un senso e un significato.

La rilettura semplice mi serve per iniziare a pulire il testo:

  • dove serve, tolgo le d eufoniche;
  • correggo gli accenti sbagliati (è/é, ò/ó), sostituisco l’apostrofo con l’accento sulla E maiuscola quando è verbo essere (È);
  • segno i passaggi da un tu a un voi (o viceversa);
  • tolgo il superfluo (avverbi, incisi che non servono, ecc.);
  • sottolineo tempi verbali che non concordano e i passaggi ingiustificati dal presente al passato in una frase (o viceversa);
  • evidenzio le ripetizioni;
  • segno gli anacoluti.

Se posso, e ho tempo, il testo lo stampo e faccio le correzioni a penna, con colori diversi. In questa prima fase, mi serve un quadro generale di quel testo per poi ritornarci più avanti.
La semplice rilettura non basta mai. Credimi, si lascia sempre indietro qualcosa.

La rilettura robot

Questa tecnica è molto efficace per aiutarti a leggere ogni singola parola e a capire se è scritta in modo corretto. Devi farlo ad alta voce, però, altrimenti non funziona!
Dovrai scandire ogni elemento come se le vedessi in colonna e non di seguito.

Dovrai
scandire
ogni
singola
parola.

La lettura sembra quella di Siri o la voce del signor Trenitalia che annuncia i treni (o, più frequente, i ritardi…). Ti avviso: è snervante, però molto utile per trovare refusi e soprattutto ripetizioni.

La lettura al contrario

Un altro modo per scovare refusi e parole scritte male o sbagliate è la lettura al contrario, partendo dalla fine e leggendo da destra a sinistra, ogni singola parola. Perché è efficace: andando all’inverso perderai completamente il senso di quanto stai leggendo e il tuo cervello non cercherà di correggere in automatico le parole.

> parola singola ogni scandire Dovrai

La rilettura robot e quella al contrario possono essere usate in alternativa l’una all’altra. Servono a trovare errori e refusi, non frasi sconnesse, periodi orfani e punteggiatura messa a caso.

La revisione del contenuto: coerenza e chiarezza

Dopo aver tolto i primi errori e aver sconfitto i refusi una volta per tutte devi passare al controllo sul contenuto, quello legato alla chiarezza espositiva, alla grammatica, alla forma in sostanza.

La rilettura ad alta voce

Per me la lettura ad alta voce è la tecnica più efficace per capire se un testo funziona nella sua interezza e nelle singole parti (periodi, capoversi). Ascoltare un testo con le orecchie, e non solo con gli occhi, aiuta a comprenderlo meglio, perché permette di sentire l’effetto che fanno le parole una in fila all’altra mentre raccontano qualcosa. Ti permettono di capire se una frase è monca, se una è troppo lunga e contorta perché piena di incisi, se la punteggiatura è al posto giusto, se le parole usate sono quelle corrette.

Come può esserti utile la lettura ad alta voce?

  1. Trovare le ripetizioni. Io non sono una grande fan dei sinonimi, perché credo che la scelta di quella parola e non di un’altra abbia il preciso scopo di dire quella cosa lì e non qualcosa che le somiglia. Preferisco una ripetizione a una parola non perfetta. Ma, se il periodo non funziona perché la ripetizione è fastidiosa e fa perdere tono al testo, nulla vieta di girare, spostare o addirittura cambiare la frase.
  2. Punteggiatura. La punteggiatura è qualcosa che può alleggerire e rendere un testo migliore, ma se usata nel modo sbagliato può addirittura cambiare il significato di una frase. Per non parlare di frasi lunghe 3 righe senza una virgola o un punto o, al contrario, un eccesso di virgole che appesantiscono e non danno valore al testo.
  3. Concordanze. tempi verbali, attivo e passivo, soggetto e predicato.
  4. Tono di voce. Controlla e segna tutto quello che è fuori tono. Se il testo è istituzionale, evita il colloquiale (e viceversa), per esempio. Non usare termini antiquati solo perché sembra più alto (vi sono invece di ci sono, allorché, ecc.), e attenzione alle parole straniere (sicuro sicuro che non si possa dire in italiano?).
  5. Il ritmo di un testo. Ascoltare un testo significa anche rallentare la lettura per riuscire a percepire ogni singolo passo, interpretandone il messaggio, sottolineando un passaggio. Un po’ come se lo stessi recitando. Serve a capire se il testo ha un buon ritmo, se ha un suono piacevole e se funziona.

Lavorare su un testo significa partire dal togliere il superfluo, affinare e anche stravolgere. Significa dedicare tempo alle parole che vogliamo donare agli altri. Chi scrive, per mestiere e non, deve rileggere. Sempre. E ancora.

E prendersi cura delle parole.

Credit foto
Photo by Joanna Kosinska on Unsplash

Tatiana Cazzaro

Lavoro per aiutare le persone e le imprese a guardare il mondo da una diversa inclinazione per scoprire un modo nuovo di comunicare, di raccontarsi e di entrare in relazione con gli altri. Lo faccio usando il magico potere delle parole e delle storie.

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