Biella

Vita da freelance: come usare Instagram per la propria attività

Instagram è il social delle immagini e della fotografia per eccellenza: oggi conta più di 400 milioni di utenti in tutto il mondo ed è destinato a crescere. Quindi oggi più che mai, se siamo libere professioniste in un campo in cui possiamo e vogliamo comunicare attraverso le immagini, è fondamentale esserci ma solo facendone un utilizzo consapevole. Vediamo in che modo questo social network può aiutare la tua attività in proprio.

Raccontare (bene) la tua attività attraverso Instagram

Che tu sia un’artigiana, una comunicatrice del web o una organizzatrice di eventi, le immagini che condividi possono arrivare immediatamente al cuore delle persone e, spesso, parlano di te meglio di mille parole. Per farlo, io seguo queste linee guida da più di 4 anni e penso possano essere utili anche a te.

  1. L’account e la biografia: scegli un account (il tuo nome con la @ davanti) il più facile possibile e riconducibile a te e alla tua attività. Io consiglio il tuo nome e cognome oppure il nome della tua attività/del tuo sito/della tua già forte presenza online. Meglio ancora se è lo stesso nome che hai su Twitter. La biografia deve invece dire chi sei, far capire che tipo di immagini troveranno le persone nel proprio stream iniziando a seguire proprio te e quindi a spingerle a cliccare il tasto “follow”. Ricorda: hai solo 150 caratteri!
  2. Prima di scattare, guarda ancora una volta fuori dall’obbiettivo, cambia prospettiva: c’è sempre qualcosa degno di attirare la nostra attenzione e che potrebbe rivelarsi il particolare che fa la differenza. E, quando puoi, scatta in 1:1 (formato quadrato) e solo con lo smartphone: si chiama mobile photography proprio per questo!
  3. Una volta che la tua foto è scattata, è il momento di utilizzare le app di photo editing: Instagram ha dei filtri carini, è vero, altri un po’ meno. Ma per fare la differenza, bisogna editare le immagini con le app giuste prima di caricarle su Instagram. Prova a farlo scaricando quelle gratuite come Snapseed, VSCOcam e Camera+. Con Snapseed, il cui utilizzo è molto intuitivo, è facile calibrare bene luminosità, contrasto e atmosfera; io adoro utilizzare anche la funzione Glamour, che dona un tocco magico, quasi surreale, al soggetto inquadrato. Vscocam è un po’ più tecnica, a mio avviso, e meno intuitiva, ma ha dei filtri che consentono di modificare l’opacità e i toni di colore che altre app non hanno. Di Camera+, infine, amerai la funzione brillantezza, che dona nuova luminosità alle tue foto, specialmente a quelle scattate in contro luce.
  4. La didascalia: è qui che devi raccontare ciò che l’immagine da sola non dice o integrarla con quel tocco in più, il sentimento. Sii sintetica ma non troppo, racconta la storia che sta dietro a quella foto, descrivi il perché di quel soggetto, cosa ti ha portato a immortalarlo o che cosa rappresenta per la tua attività. L’immagine è fondamentale, ma anche la didascalia gioca un ruolo di primo livello: devi introdurla al tuo pubblico con le migliori parole che trovi, al termine delle quali devi inserire 2-3 hashtag specifici e dedicati, il meno generali possibili. Ti faccio un esempio: immaginiamo che io sia una wedding planner e l’immagine che voglio pubblicare ritragga, di spalle, una sposa che cammina in un giardino dove sta per svolgersi la tanto attesa cerimonia. Didascalia: “Eccolo, è questo quel magico momento in cui tiro un sospiro di sollievo e, per un attimo, mi godo anche io lo spettacolo. #romanticherie #makeportraits #solocosebelle”. C’è cuore, c’è passione e sentimento, non annoio il lettore descrivendo ciò che provo in due righe e uso pochi hashtag coerenti e originali.
  5. Gli hashtag (quelle parole con il # davanti) sono fondamentali e utilizzarli bene è quasi un dovere. Servono per far sì che la propria fotografia sia rintracciabile, etichettata in un determinato argomento, così che chiunque voglia vedere immagini inerenti a quel determinato tema la possa trovare semplicemente cercando quella parola. Oltre a quelli della didascalia, è possibile e assolutamente consigliabile inserire almeno una decina di hashtag (non andrei mai oltre i 15 per evitare un effetto visivo poco gradevole) all’interno del primo commento sotto alla fotografia. Sceglili accuratamente, evita quelli che hanno già più di 300.000 immagini associate (la tua foto non sarebbe facilmente rintracciabile tra le prime nello stream degli utenti), prediligi quelli con al massimo 100-150.000 foto. Infatti sono quelli meno usati che danno maggior visibilità alle nostre immagini, se usati in modo coerente. Esistono poi hashtag creativi che nel tempo sono diventati molto popolari, come ad esempio #puddlegram per le foto dove c’è qualcosa che si riflette nell’acqua, #onthetable per ritrarre in modo ordinato e pulito tutto ciò che abbiamo sul nostro piano di lavoro (che sia una tavola imbandita e piena di piatti prelibati, o la nostra scrivania con il pc oppure il ripiano con gli attrezzi), #storiesinmyhand per utilizzare gli oggetti di tutti i giorni che ci circondano facendoli interagire con le proprie mani. Molto utile per le più creative a mio avviso è #wicked_flip per rappresentare una rotazione o un ribaltamento del punto di vista tradizionale. Ancora uno? #makeportraits: lo consiglio a chi, nel proprio lavoro, è a contatto con le persone e vuole metterle in risalto scattando dei foto ritratti. Ah, non dimenticate di creare il vostro hashtag personale e, eventualmente, di farlo diventare virale invitando gli utenti ad utilizzarlo! Infine, ricordatevi che gli hashtag devono avere un senso: #una #frase #di #questo #tipo #NON #è #un #modo #corretto #di #usare #gli #hashtag. Per qualcuno sarà banale, ma è meglio specificarlo se siamo agli inizi. 😉 Quindi sì a parole mirate e il meno generiche possibili.
  6. La geolocalizzazione: hai un negozio, uno studio o semplicemente vuoi far sapere in quale parte del mondo hai scattato questa foto? Dillo geolocalizzandoti! Devi consentire alla app di accedere alla tua posizione tramite le impostazioni e, prima della pubblicazione, inserire il luogo esatto in cui ti trovi. Se pubblichi una foto scattata in un luogo diverso da quello in cui sei ora, ricordati di andare a inserire la località esatta manualmente: alle persone piace sapere dove può trovare quel soggetto.
  7. L’orario di pubblicazione: c’è un momento ideale per pubblicare ed essere rintracciati da più persone possibili? No, a mio avviso. Io tendo a farlo quando so che le persone sono molto probabilmente connesse, quindi dal lunedì al venerdì in orario di lavoro, ma a volte sono ben contenta anche di farlo durante i weekend, magari evitando la notte. In generale, segui l’ispirazione: e quando arriva, lo sai, non c’è orario che tenga!
  8. Ok, la mia foto con tanto di didascalia e hashtag è online. E ora? Divertiti! La fotografia deve essere un piacere, non un obbligo. E su un social come Instagram devi esserci solo se ti piace davvero esserci, se ti diverte e soprattutto se hai tempo da dedicarci, almeno qualche minuto al giorno. Sia per controllare le notifiche e rispondere ai commenti, sia per interagire con altri utenti che ti interessa seguire, e che possono essere una grande fonte di ispirazione per te e per la comunicazione online della tua attività.

Instagramers (donne) da cui prendere ispirazione

Infine, penso sia utile vedere come altre donne freelance utilizzano Instagram per la propria attività.
Io ti consiglio di dare un’occhiata a:

Virginia Azzurra di Giorgio, illustratrice: @virgola

Erika Rossin, handmade: @prettyinmad

Zaira Zarotti, fotografa: @thefreakytable

Giulia Martucci, artigiana: @gioiedigiulia

Ana Sampaio Barros, architetto: @anasbarros

Silvia Cartotto

Mi occupo di scrittura per il web, strategia e comunicazione digitale, progetti di web e social media marketing.

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